Ho cercato il tuo nome by Nicholas Sparks

Ho cercato il tuo nome by Nicholas Sparks

autore:Nicholas Sparks
La lingua: it
Format: mobi, azw3, epub
pubblicato: 2012-06-21T21:25:22+00:00


14 Clayton

Tra tutti i posti al mondo, proprio a casa di Beth doveva incontrare quel

tizio. Quante probabilità c’erano di trovarlo lì? Maledettamente poche,

questo era sicuro.

Lo odiava. Anzi, voleva cancellarlo dalla faccia della terra. Non solo per

via del furto della macchina fotografica e degli squarci alle gomme –

anche se per quello scherzo si meritava di passare un po’ di tempo in cella

con un paio di tossicomani aggressivi – ma perché Taibolt, che lo aveva

già preso in giro una volta, gli aveva fatto fare la figura del pappamolla di

fronte a Beth.

Se fossi in te, le lascerei il braccio, era già abbastanza negativo. Ma poi?

Oh, ora veniva il bello. Immediatamente... Penso che faresti bene ad

andartene, il tutto pronunciato con il tono serio, determinato, che Clayton

stesso usava con i criminali. E lui lo aveva fatto, si era allontanato con la

coda tra le gambe, il che peggiorava le cose.

Di norma non avrebbe esitato a rispondere per le rime, anche in presenza

di Beth e Ben. Nessuno poteva dargli ordini impunemente, e lui avrebbe

chiarito all’istante una volta per tutte che il tizio aveva appena commesso

l’errore più grosso della sua vita. Ma era rimasto bloccato.

Proprio così! E questo solo perché all’improvviso si era trovato davanti

Cujo, pronto a lanciarsi sul cavallo dei suoi pantaloni come se fosse il

buffet degli aperitivi. Al buio, quel cane assomigliava a un lupo idrofobo,

e lui non aveva potuto fare a meno di ricordare le storie raccapriccianti che

Kenny Moore gli raccontava su Panther.

In ogni caso, che cavolo ci faceva Taibolt da Beth? Perché diavolo era lì?

Sembrava ci fosse un malvagio piano cosmico per rovinargli una giornata

nata già storta... con quel moccioso piagnucoloso di Ben che era arrivato a

mezzogiorno e aveva subito cominciato a lamentarsi di dover portare fuori

la spazzatura.

Lui era un tipo paziente, però era stufo dell’atteggiamento del bambino.

Veramente stufo, ed era per questo che gli aveva fatto anche pulire la

cucina e il bagno, tanto perché capisse come andava il mondo, quello vero,

dove imparare a comportarsi in modo decente era fondamentale. Il potere

del pensiero positivo e tutta quella roba. Poi, si sa che le mamme viziano, e

i papà devono insegnare ai figli che nessuno ti regala niente, giusto? E il

bambino era davvero bravo con le pulizie, quindi per Clayton la cosa

finiva lì. Per distrarlo, dopo gli aveva proposto di giocare a baseball. Chi

non avrebbe voluto esercitarsi con il proprio padre in un sabato

pomeriggio come quello?

Ben. Ecco chi.

Sono stanco. Fa molto caldo, papà. Dobbiamo proprio? Una stupida scusa

dopo l’altra, finché erano usciti, e il bambino si era chiuso a riccio e non

aveva più detto una parola. Peggio ancora, per quanto lui gli ripetesse di

stare attento alla dannata palla, Ben non riusciva a colpirla perché non ci

provava neppure. Lo faceva di proposito, senza dubbio. E figurarsi se

correva a prenderla dopo averla mancata. Naturalmente no. Suo figlio era

troppo impegnato a tenere il muso mentre agitava in aria la mazza come un

cieco.

Alla fine, aveva perso la pazienza. Si stava sforzando di passare un bel

pomeriggio insieme, ma il figlio faceva di tutto per rovinarglielo e sì,

effettivamente forse l’ultima volta aveva tirato la palla un po’ troppo forte.



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